In questo numero potrai trovare alcuni articoli che parlano di:
• Elezioni europee, una sfida che parte dai Comuni;
• Campo Falck, lo stato di abbandono in cui si trova;
• I risultati in Consiglio comunale
• Il 2023 del PD di Sesto, un anno ricco di eventi e iniziative!
Sei stanco delle solite notizie che non parlano della tua città? Vuoi darci una mano anche tu? Partecipa con noi nella realizzazione dell’editoriale NuovaSesto.
Ogni proposta o spunto di riflessione su temi di interesse cittadino che vorrai suggerirci sono sempre ben accetti e graditi!
Rinnoviamo il nostro invito a collaborare con noi; rispondi a questa mail oppure scrivici a segreteria@pdsestosg.it o chiamaci allo 02 22470558. Ti metteremo in contatto con la nostra redazione.
La mozione presentata insieme a tutte le forze di opposizione impegna la giunta a informare la città sullo stato di avanzamento del più grande progetto di trasformazione urbanistica della nostra città. Un progetto di rilevanza europea che nasce dalle giunte di centrosinistra e dal lavoro di tanti e tante sestesi.
Ieri sera, con un voto unanime, abbiamo impegnato l’amministrazione a fare pressing sulla Regione e sul Ministero per tutelare il progetto e per assicurarsi la copertura economica per realizzare gli ospedali che possano essere una vera eccellenza per la salute, la cura e la ricerca.
Dalla riqualificazione delle Aree Falck passa la storia di Sesto!
La Variante PGT proposta dalla maggioranza di centrodestra è un atto di pianificazione urbanistica in cui è completamente assente il progetto.
Noi non ci stiamo e per questo abbiamo deciso di presentare a tutta la città i punti di opposizioni e le controproposte per un piano che affronti davvero i temi di cui Sesto ha bisogno, e se il centrodestra non permette che questo avvenga in Consiglio comunale è nostra intenzione farlo in tutta la città.
Perché dovremmo accontentarci di vivere alla periferia di Milano, quando potremmo abitare in una delle città metropolitane più importanti d’Europa?
L’area metropolitana di Milano è l’esito dello sviluppo di una Provincia, tra le più ricche e popolose d’Italia, in cui i Comuni, separati da campagne e grandi fabbriche, si sono prima espansi e poi saldati uno con l’altro, preservando con alterne fortune le aree verdi a confine tra i loro territori, che sono diventate parchi regionali o di interesse sovracomunale.
L’area metropolitana come la vediamo ora è una assoluta novità, non ha precedenti ed è, per qualità dei suoi centri storici ed estensione dei suoi parchi, una delle conurbazioni più belle d’Europa.
La questione non è rigenerare una città che non esiste più, ma generare un nuovo urbanesimo in una città che esiste ora e non è mai esistita prima.
Le nuove generazioni nascono, per la prima volta, metropolitane.
I modelli costruiti per la città che non esiste più, sono superati e devono essere aggiornati per adeguarli a nuovi tipi di abitanti e di esigenze.
VARIANTE PGT: CAPISALDI DI OPPOSIZIONE E CONTROPROPOSTA
All’interno del tavolo tematico dell’Urbanistica abbiamo, per settimane, letto e discusso la documentazione depositata dall’Amministrazione Comunale sulla proposta del Piano di Governo del Territorio (PGT), analizzando le varie sezioni che lo compongono:
Proposta di piano dei servizi: Le strategie per la città pubblica /Norme tecniche di attuazione
Proposta di piano delle regole: Le regole della città consolidata / Norme tecniche di attuazione
Proposta di documento di piano: Le strategie di piano
Da questa lettura ed analisi, accompagnati da una consulenza specializzata, è stato preparato, al termine delle riflessioni, il documento che qui viene allegato: doc
NUOVE PROSPETTIVE PER UN NUOVO URBANESIMO
Le sessioni di studio / condivisione in corso sono suddivise in varie sezioni per l’approfondimento sui seguenti argomenti:
01
Parco diffuso
Perché dovremmo accontentarci di vivere separati dai parchi, quando potremmo abitare in una città integrata con essi?
Parte di un patrimonio di parchi, regionali e sovracomunali, tra i più prestigiosi al mondo, i due parchi che delimitano Sesto S.G. sono, per estensione, il quinto e il sesto parco metropolitano d’Europa. Connettere i grandi parchi, Parco Nord Milano e Parco Media Valle Lambro, attraverso il tessuto urbano che li separa, è una prospettiva che può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove siano le città a collegare i parchi, non solo i parchi a collegare le città, attraverso l’uso sistematico di tutti gli spazi pubblici esistenti e le attività ad uso pubblico che si trovano lungo e dentro questa rete. Dove la realizzazione delle connessioni, l’acquisizione di nuove aree verdi, la loro sostenibile trasformazione in parchi fruibili e la loro fusione con il sistema esistente, vengano concepiti come un investimento di politica sociale per un servizio a domanda collettiva.
02
Spazi pubblici,virtù private e viceversa
Perchè dovremmo accontentarci di vivere distratti dal destino delle aree private, quando potremmo abitare in una città concentrata sulla progettazione dello spazio pubblico?
Per la progettazione delle aree private, le norme vigenti sono esclusivamente prescrittive quando invece dovrebbero essere soprattutto prestazionali. Per quella delle aree pubbliche, invece, queste norme sono generalmente lacunose, mai puntuali, sempre carenti di visione strategica. Ribaltare le priorità, può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove il progetto dello spazio pubblico valorizzi lo spazio privato, quello nel quale le persone abitano o lavorano. E viceversa, lo spazio privato così valorizzato, elevi la qualità dello spazio pubblico, quello di cui tutti sono proprietari. Infine, dove la relazione virtuosa tra pubblico e privato, moltiplicata dalle possibilità di una pianificazione sovracomunale, sia capace di sfruttate le occasioni economiche generate dal volano metropolitano.
03
Scelte partecipate per risultati condivisi
Perché dovremmo accontentarci di vedere i cittadini spettatori delle scelte, quando potremmo abitare in una città in cui ne sono protagonisti?
La progettazione partecipata ha la necessità di un metodo serio, finalizzato a definire, preliminarmente, gli indirizzi che staranno alla base delle scelte. Individuare questo metodo e applicarlo fino a farlo diventare prassi, facendo tesoro delle migliori pratiche, può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove, prima venga la definizione partecipata degli indirizzi; poi, l’elaborazione di un progetto coerente con lo scopo; infine, una realizzazione coerente con il progetto. Dove l’urbanistica superi il limite della disciplina politecnica e si apra all’indagine sociologica, all’ascolto delle persone e diventi la trama di un racconto collettivo, in cui ognuno possa riconoscere la propria storia e la propria appartenenza. Un modello dove la nuova forma diventi progetto di riforma.
04
Oltre la manutenzione, la cura
Perché dovremmo accontentarci della manutenzione dello spazio pubblico, quando potremmo abitare in una città capace di prendersene cura?
La manutenzione delle aree verdi e quella dello spazio pubblico costruito, sono tra le attività centrali di un Ente locale. E’ largamente inesplorata la possibilità di gestire questi servizi attraverso una collaborazione tra Amministrazioni pubbliche, capace di raggiungere convenienti economie di scala. Ed è largamente sottovalutata, negli appalti dei servizi, la maggiore produttività della qualità rispetto alla quantità, della competenza rispetto alla convenienza. L’investimento nell’eccellenza, la competitività sul mercato urbano, la collaborazione tra grandi enti pubblici e cittadini, possono consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove il concetto di manutenzione venga superato da quello di cura, da interpretarsi come maggiore capacità del soggetto pubblico di governare la “salute” dello spazio urbano, attraverso un investimento, economico e culturale, nella competenza, nell’intelligenza, nella cittadinanza attiva e nel senso di appartenenza.
05
La città in rete
Perché dovremmo rassegnarci a fare lunghi spostamenti, quando potremmo abitare in una città in cui si trova tutto vicino a casa?
Il destino di una città attraversata, da qualche decennio, da grandi flussi di traffico veicolare, si può modificare attraverso la protezione e la valorizzazione delle proprie attività pregiate, l’investimento nella delocalizzazione di funzioni metropolitane strategiche e la condivisione, con soggetti pubblici e privati, delle scelte in mobilità sostenibile. Modificare la prospettiva, da periferia che si attraversa a città che attrae e in cui ci si ferma, può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove sia possibile muoversi con facilità, con mezzi alternativi all’automobile attraverso reti di spazi e funzioni pubbliche. Dove le vecchie superfici residenziali e produttive, possano diventare nuovi luoghi dove abitare e lavorare, capaci di dare risposta alle esigenze di una nuova generazione metropolitana. Dove sia possibile, finalmente, pianificare lo spazio con il tempo e capitalizzare la vocazione policentrica dell’area metropolitana milanese.
06
Circolare all’interno di una economia sostenibile
Perché dovremmo rassegnarci a smaltire rifiuti, quando potremmo abitare in una città che li utilizza per generare risorse?
Quella sestese è una comunità, come altre, abituata da tempo a differenziare i rifiuti e a gestire sul territorio il ciclo di igiene urbana. Tuttavia, ampi sono ancora i margini di miglioramento sia quantitativo che qualitativo e largamente inesplorate sono le possibilità di costruire un patto di cittadinanza per una completa consapevolezza del tema. Perseguire l’obiettivo di una economia circolare capace di trasformare i rifiuti da problema a risorsa può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello dove ad un maggiore impegno dei cittadini corrispondano sensibili riduzioni di costo dello smaltimento e dove, a un maggior virtuosismo, corrisponda una politica di assunzione di responsabilità che abbia l’obiettivo di una prassi ecosostenibile. Un modello che persegua la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della capacità di risposta ad un problema di civile convivenza.
07
Un museo a cielo aperto
Perché dovremmo accontentarci di essere visitatori di centri storici e musei all’aperto quando potremmo esserne gli abitanti?
Il paesaggio del Nord Milano racchiude un patrimonio costituito da manufatti che testimoniano la storia dell’industria e del lavoro italiana, un vero e proprio museo a cielo aperto, paradigma dell’evoluzione produttiva degli ultimi 150 anni. Conservare e immaginare forme di riutilizzo di questo patrimonio può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello che consideri i grandi opifici come nuove cattedrali, i villaggi operai come nuovi quartieri residenziali, i grandi idroporti come nuovi laghi o le colline di scorie di fonderia come nuovi parchi. Un modello che fondi i tratti distintivi del proprio progetto sulla valorizzazione di un paesaggio culturale evolutivo unico al mondo.
08
Perseguire la bellezza
Perché dovremmo rassegnarci a vivere in un una brutta periferia, quando potremmo vivere in una bella città?
La pianificazione urbanistica di una città consolidata costituita da un tessuto urbano eterogeneo, non può prescindere da un sapiente approccio progettuale, un esercizio politecnico e sociale che deve partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione dei luoghi, quelli che la cittadinanza considera tali. Riqualificare la città partendo dai suoi spazi pubblici strategici, può consentirci di immaginare un modello capace di generare una nuova forma dello spazio metropolitano. Un modello che consideri le piazze, quelle conosciute e quelle da riconoscere, come ambienti domestici a cielo aperto, naturale estensione delle funzioni, residenziali e non, che vi si affacciano, come valore aggiunto della proprietà privata circostante e come elemento di accrescimento del valore immobiliare. Un modello dove la bellezza si persegua attraverso la capacità di generare spazi che abbiano uno scopo e un senso, attraverso il dovere di eliminare il superfluo, attraverso l’investimento nelle funzioni eccellenti e attraverso l’attenta progettazione del confine tra spazio pubblico e spazio privato.
Lo scopo dei gruppi di lavoro del Partito Democratico è di creare reti di partecipazione tra le forze attive della città, al fine di costruire proposte che aiutino il governo del nostro territorio e rendano l’azione politica più coerente e vicina alle dinamiche sociali, economiche, culturali e ai bisogni dei sestesi.
Ciascun gruppo è studiato per concentrarsi su uno o più temi di interesse fondamentale della vita pubblica, è coordinato da uno o più iscritti e si riunisce periodicamente nelle sedi del partito ma anche in luoghi ed in questo tempo di pandemia anche attraverso le reti digitali.
I lavori dei gruppi sono aperti a tutti i cittadini, singoli o riuniti in associazione, che si sentono vicini alla missione del Partito Democratico e desiderano dare un contributo costruttivo alla politica della città.
Le riunioni dei gruppi, i loro progetti e i risultati ottenuti sono periodicamente aggiornati sul sito, in modo da rendere trasparente il percorso definizione politica del partito.
Tutti i fattori del vivere comune che si uniscono in modo che i membri della società possano soddisfare i singoli bisogni fondamentali e avere livelli ottimali di qualità della vita.
Il tessuto imprenditoriale e del commercio ha resistito alla prova Covid, per il Pd, compito della prossima amministrazione dovrà essere quello di dare prospettiva e strumenti al tessuto economico e sociale sestese per rilanciarsi in sinergia ed armonia con le trasformazioni che stanno interessando le aree dismesse.
Diritto allo sport che possa dialogare con il diritto all’istruzione e con quello alla salute. Un cambio di paradigma che ricollochi, con la giusta dignità, l’insegnamento della cultura del movimento nel mondo della scuola (con particolare attenzione alla scuola primaria) e con il diritto alla salute.
Anche alla luce dell’esperienza pandemica è più che mai necessario affrontare la questione medica, cioè che i medici e i cittadini, possano pronunciarsi sull’organizzazione e sui traguardi da perseguire ed ogni comunità locale possa e debba esprimere le proprie esigenze e un giudizio su come viene amministrata la propria salute.
Abbiamo appena iniziato la la fase 2 e dobbiamo riflettere su come gestire bene questa ripartenza. Una delle sfide più grandi che si pone davanti a noi è quella della mobilità: per motivi sanitari il trasporto pubblico sarà limitato nel suo utilizzo e né la nostra città né l’ambiente possono permettersi che decine di migliaia di auto si riversino per le strade.
Come Partito Democratico Sestese riteniamo che questo momento di crisi possa rappresentare un’occasione di svolta per modificare le modalità di trasporto, è il momento di investire in una nuova mobilità sostenibile, verde e accessibile a tutti.
Nei prossimi giorni depositeremo una richiesta di commissione per analizzare e studiare le nostre proposte, speriamo che la necessità di ripensare la mobilità venga accolta da tutte le forze politiche, e che si possa lavorare per la creazione di nuovi percorsi ciclabili a Sesto San Giovanni, rendendo la nostra città più vivibile e connessa.
Sta già diventando realtà il progetto di estensione delle ciclabili a Milano e chiediamo al Sindaco di impegnarsi nella realizzazione di tratti di connessione fra le piste ciclabili già presenti in città e quelle che verranno costruite nelle prossime settimane, con particolare attenzione al tratto in costruzione, che collegherà Sesto Marelli a San Babila.
Un progetto di mobilità alternativa che renda tutta Milano metropolitana sempre più connessa, quello che serve per superare oggi la sfida della mobilità è un progetto sovra comunale che rimanga in eredità anche una volta terminata questa crisi sanitaria.
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PD Sesto San Giovanni
Partito Democartico – Sede cittadina
via Cesare da Sesto,19
20099 Sesto San Giovanni
tel. 02 22470558
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