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Scuola civica d’arte Faruffini:Non esistono verità alternative

Diversi cittadini ci segnalano che non è chiaro cosa l’amministrazione comunale attuale abbia fatto per la scuola d’arte Faruffini e che “circolino” diverse versioni dei fatti. Come PD vorremmo chiarire cosa sia successo dopo l’incendio a Villa Zorn nel Gennaio 2017 e il trasferimento  alla scuola primaria XXV  Aprile (prima sede provvisoria) nel Marzo 2017.

Gli allievi si sono sempre attivati nel cercare collaborazione da parte dell’amministrazione comunale che hanno “dovuto” sollecitare un buon numero di volte a partire dal Maggio 2018 quando, con assessore competente, si fanno le prime discussioni sulla “nuova sede”.

Ci sono stati anche con un paio di passaggi del Sindaco, nel 2019, favorevoli ad un rientro in Villa Zorn ma non al secondo piano, per cui furono fornite le planimetrie della Villa per rivalutare la distribuzione delle aule.

Nel 2020 con la pandemia, ovviamente, tutto si interrompe ed il rientro nella sede provvisoria non sarà più possibile, per cui si dispone il trasferimento nella ex Biblioteca dei Ragazzi, che viene eseguita di gran fretta e la risistemazione per dividere in aule (che appaiono da subito piccole e inadeguate). Nel 2021 arriva quindi la seconda sede provvisoria, visto che la comunicazione che diventerà definitiva è del 29 Aprile 2021.

Gli allievi portano avanti una petizione nel Maggio 2021 per chiedere incontro con il Sindaco (con invio di lettera controfirmata da 480 cittadini!). A questo seguono una serie di “contrattazioni” per le quali alcuni strumenti sarebbero incompatibili con la soletta del primo piano (di isolamento e non di portata) ma nulla procede.

Gli allievi si costituiscono in rappresentanza il 19 Gennaio 2022 ma questa non verrà riconosciuta.

Seguono alcuni incontri con il direttore delle Scuole Civiche, l’amministrazione comunale ormai si chiama fuori e scarica il fatto politico (visione e decisione) sulla gestione.

Ecco siamo arrivati al dunque, mancando la visione politica ed il progetto sulla scuola d’arte (Cancellare? Rilanciare? ) manca anche la responsabilità della decisione, popolare o meno,  ma che sia conseguente ad un’idea. La sede non è il fatto politico in sé, è l’emblema della mancanza di un progetto culturale sulla città e la totale assenza della cultura della partecipazione. Forse dare corpo e guidare un progetto di cambiamento sostenuto dagli allievi ed allargabile alla città era troppo difficile, più facile voltarsi dall’altra parte per ignavia o incapacità.

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